Il ricorso alla Nifedipina Topica nel trattamento delle rughe è stato proposto per la prima volta a Milano all’interno dell’Istituto Dermatologico Europeo, dal gruppo coordinato dal dott. Marcello Innocenti (S. Ramoni, N. Carbagna, E. Grossi, S. Veraldi) in base alla ipotesi che questo calcio-antagonista è in grado di ridurre la contrazione cronica dei muscoli mimici che favorisce la comparsa delle rughe perioculari sul volto. A seguito di uno studio non controllato condotto per 90 giorni su 64 donne, i ricercatori registrarono una riduzione della profondità delle rughe pari al 48,5 %, con un contemporaneo miglioramento dell’idratazione e della TEWL. La tollerabilità al cosmetico fu giudicata eccellente dal 97,2% dei soggetti e buona dal restante 2,8%. A conferma di questa originale intuizione, recentemente è stato sottoposto per la pubblicazione sul Journal of Dermatological Treatment, uno studio realizzato presso il Dipartimento di Dermatologia dell’Università Federico II di Napoli (G. Calabrò, V. De Vita, A. Patalano, C. Mazzella, V. Lo Conte, C. Antropoli). La ricerca è stata condotta in maniera randomizzata su venti donne volontarie di età compresa fra i 45 e 60 anni, con rughe del viso moderate e moderatamente profonde. La crema a base di nifedipina (Antrox) è stata applicata 2 volte a giorno per 90 giorni e i risultati sono stati confrontati con quelli raccolti in un identico gruppo di donne che erano invece state trattate con una buona crema idratante. Il miglioramento estetico è stato valutato da investigatori esterni attraverso la Wrinkle Severity Rating Scale (WSRS) e una misurazione obiettiva attraverso specifiche apparecchiature della Transepidermal water loss (TEWL), il livello di idratazione dello strato corneo e la viscoelasticità cutanea. In primo luogo si è quindi visto che una riduzione della gravità del punteggio registrato dalla WSRS è stata registrata solo nel gruppo trattato con la formulazione a base di nifedipina passando da un dato iniziale base pari a 3.85 fino a 1.85 alla fine dello studio, mentre nel gruppo di controllo esso non si modificava in maniera apprezzabile restando quasi invariato da 3.78 a un finale 3.36. Differente invece il comportamento dei due parametri registrati con la corneometria: in entrambi i gruppi si è verificato infatti un analogo buon aumento dell’idratazione cutanea (Corneometer CM 825 PC® Courage and Khazaka Electronic GmbH, Cologne, Germany) e una diminuzione dei valori della TEWL (Tewameter™ TM 210 Courage & Khazaka Electronic GmbH, Cologne, Germany) a dimostrazione di una migliore integrità cutanea. Attraverso il ricorso all’apparecchio Dermalab® (Cortex Technology, Hadsund, Denmark), l’aumento dell’idratazione cutanea nel campione di donne trattate con il principio attivo è risultata significativamente maggiore che nel gruppo di controllo. Una valutazione tramite colorimetria (Spectrocolorimeter X-Rite 968®) ha infine dimostrato che l’uso della crema attiva determina un generale miglioramento della luminosità cutanea mentre ciò non avviene nelle persone trattate con il semplice idratante.
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